𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮 𝗖𝗮𝗽𝗼𝗯𝗶𝗮𝗻𝗰𝗼: “𝗟𝗮 𝗽𝗮𝗹𝗹𝗮𝗰𝗮𝗻𝗲𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗹𝗲 𝗵𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗲𝗻𝘁𝘂𝘀𝗶𝗮𝘀𝗺𝗼 𝗲 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗣𝗮𝗿𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗯𝗮𝘀𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗮𝗹𝘁𝗼”

𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮 𝗖𝗮𝗽𝗼𝗯𝗶𝗮𝗻𝗰𝗼: “𝗟𝗮 𝗽𝗮𝗹𝗹𝗮𝗰𝗮𝗻𝗲𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝗹𝗲 𝗵𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗲𝗻𝘁𝘂𝘀𝗶𝗮𝘀𝗺𝗼 𝗲 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗣𝗮𝗿𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗯𝗮𝘀𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗮𝗹𝘁𝗼”

Andrea Capobianco, allenatore della Nazionale Femminile, nel corso del Clinic per il progetto “Torniamo alla base”, ha incontrato un nutrito team di allenatori e dirigenti di molte società regionali. La sessione è stata organizzata da Comitato Regionale FIP Friuli Venezia Giulia con il coordinamento del RTT regionale Alessandro Guidi, in collaborazione con 𝗙𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼𝘀𝗮 #𝗙𝗼𝗿𝗻𝗮 𝗕𝗮𝘀𝗸𝗲𝘁 𝗧𝗿𝗶𝗲𝘀𝘁𝗲.

Durante l’incontro, Capobianco ha condiviso importanti riflessioni sulla situazione della pallacanestro femminile italiana, sottolineando la necessità di un cambiamento culturale per garantire un futuro solido a questo sport.

“𝘓𝘢 𝘱𝘢𝘭𝘭𝘢𝘤𝘢𝘯𝘦𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘧𝘦𝘮𝘮𝘪𝘯𝘪𝘭𝘦 𝘩𝘢 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘦𝘯𝘵𝘶𝘴𝘪𝘢𝘴𝘮𝘰 𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘵𝘵𝘦𝘻𝘻𝘢”, ha esordito Capobianco, rimarcando uno dei problemi più critici del settore: i 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗶 𝗲𝘀𝗶𝗴𝘂𝗶 𝗱𝗶 𝗮𝘁𝗹𝗲𝘁𝗲 𝘁𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗮𝘁𝗲 e neo-tesserate. «𝘚𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢 𝘳𝘪𝘱𝘦𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤’𝘦̀ 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘶𝘯𝘢 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘢 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘢𝘷𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘴𝘱𝘰𝘳𝘵?», ha provocato il coach azzurro. Secondo Capobianco, è necessario sottolineare gli aspetti positivi, proponendo role model di successo e valorizzando il talento di giocatrici di livello internazionale quali Zandalasini: «𝘜𝘯𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘯 𝘈𝘮𝘦𝘳𝘪𝘤𝘢 𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘥𝘰𝘯𝘰, 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘵𝘢 𝘴𝘶 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘰: 𝘶𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘭𝘦𝘪 𝘥𝘦𝘷𝘦 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘦𝘴𝘦𝘮𝘱𝘪𝘰 𝘵𝘳𝘢𝘪𝘯𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪. 𝘕𝘰𝘪 𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢𝘯𝘪 𝘵𝘦𝘯𝘥𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘢 𝘧𝘰𝘤𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘤𝘪 𝘴𝘶𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘪 𝘯𝘦𝘨𝘢𝘵𝘪𝘷𝘪».

Capobianco ha poi affrontato il 𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗯𝗮𝘀𝗶, evidenziando l’importanza cruciale dei settori giovanili. «𝘚𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘶𝘳𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘭𝘦 𝘳𝘢𝘥𝘪𝘤𝘪, 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘳𝘤𝘪 𝘥𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘳𝘪𝘴𝘶𝘭𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘰 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰. 𝘐𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 ‘𝘛𝘰𝘳𝘯𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘣𝘢𝘴𝘦’ 𝘯𝘢𝘴𝘤𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘰 𝘥𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢: 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘥𝘦, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘶𝘪𝘴𝘤𝘦 𝘯𝘶𝘭𝘭𝘢», ha spiegato.

Il tecnico ha anche ribadito la necessità di ampliare la base, 𝘀𝘂𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗶 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗶 e promuovendo la collaborazione tra le società più grandi e quelle locali: «𝘌̀ 𝘶𝘯𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘴𝘱𝘰𝘳𝘵𝘪𝘷𝘢: 𝘥𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘢𝘣𝘰𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘤𝘳𝘦𝘴𝘤𝘪𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢𝘵𝘳𝘪𝘤𝘪, 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘢 “𝘳𝘶𝘣𝘢𝘳𝘤𝘪” 𝘰 𝘯𝘢𝘴𝘤𝘰𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘪 𝘵𝘢𝘭𝘦𝘯𝘵𝘪, 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘢 𝘶𝘯 𝘤𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰, 𝘱𝘦𝘳 𝘧𝘰𝘳𝘵𝘶𝘯𝘢, 𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘥𝘢 𝘥𝘪 𝘴𝘲𝘶𝘢𝘥𝘳𝘦 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰𝘳𝘪. 𝘈𝘥 𝘦𝘴𝘦𝘮𝘱𝘪𝘰, 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢 𝘳𝘦𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘱𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘪 𝘱𝘢𝘦𝘴𝘪, 𝘤’𝘦̀ 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘧𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘦𝘵𝘢̀ 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘴𝘵𝘳𝘶𝘵𝘵𝘶𝘳𝘢𝘵𝘦 𝘢 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘦 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘵𝘢̀. 𝘍𝘪𝘯𝘰 𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘤𝘦𝘳𝘵𝘢 𝘦𝘵𝘢̀, 15-16 𝘢𝘯𝘯𝘪, 𝘥𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘢𝘳𝘨𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘭𝘢 𝘣𝘢𝘴𝘦.”

Un altro aspetto riguarda la 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 degli allenatori. «𝘕𝘰𝘪 𝘥𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘦𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪, 𝘤𝘪𝘰𝘦̀ 𝘭𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢», ha detto Capobianco, criticando un approccio spesso orientato al risultato immediato. «𝘋𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘪𝘯𝘴𝘦𝘨𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘪 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘪 𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘦𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘴𝘦́ 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘪, 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘯 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪. 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘦̀ 𝘪𝘭 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘢𝘭𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰».

L’allenatore ha sottolineato l’importanza di rendere i giovani atleti consapevoli dei 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗲 𝗹𝗶𝗺𝗶𝘁𝗶:

«𝘜𝘯 𝘵𝘢𝘭𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘳𝘢 𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘪 𝘴𝘶𝘰𝘪 𝘦𝘳𝘳𝘰𝘳𝘪, 𝘮𝘢 𝘢𝘪𝘶𝘵𝘢𝘯𝘥𝘰𝘭𝘰 𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘭𝘪 𝘦 𝘢 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘴𝘶 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘪». Ha poi citato un esempio pratico: «𝘍𝘢𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘷𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘢𝘪 𝘮𝘪𝘦𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘦𝘳𝘳𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘦𝘪 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘪 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘪𝘰𝘯𝘪, 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘔𝘪𝘤𝘩𝘢𝘦𝘭 𝘑𝘰𝘳𝘥𝘢𝘯, 𝘱𝘦𝘳 𝘥𝘪𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘴𝘣𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢𝘯𝘰. 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘢𝘪𝘶𝘵𝘢 𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪 𝘢 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘣𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘧𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘳𝘦𝘴𝘤𝘪𝘵𝘢, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘰𝘨𝘨𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘰𝘴𝘢𝘯𝘰 𝘢𝘣𝘣𝘢𝘴𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢: 𝘴𝘱𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰𝘯𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘦𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘵𝘪𝘷𝘦 𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘦𝘳𝘳𝘰𝘳𝘦».

Infine, Capobianco ha rimarcato la necessità di una 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗮𝗯𝗼𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼𝗿𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁𝗮̀, 𝗮𝗹𝗹𝗲𝗻𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶, 𝗱𝗶𝗿𝗶𝗴𝗲𝗻𝘁𝗶, 𝗮𝗿𝗯𝗶𝘁𝗿𝗶 𝗲 𝘀𝗰𝘂𝗼𝗹𝗲. “𝘐𝘭 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘴𝘱𝘰𝘳𝘵 𝘥𝘪𝘱𝘦𝘯𝘥𝘦 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘢𝘣𝘰𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘚𝘦 𝘰𝘨𝘯𝘶𝘯𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘢̀ 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦, 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘮𝘰 𝘤𝘳𝘦𝘴𝘤𝘦𝘳𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦. 𝘔𝘢 𝘥𝘰𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘭𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪: 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪, 𝘢𝘳𝘣𝘪𝘵𝘳𝘪, 𝘢𝘭𝘭𝘦𝘯𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪. 𝘚𝘦𝘳𝘷𝘦 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘳𝘦𝘤𝘪𝘱𝘳𝘰𝘤𝘰 𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘮𝘢. 𝘚𝘰𝘭𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘨𝘢𝘳𝘢𝘯𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘥𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘭𝘭𝘢𝘤𝘢𝘯𝘦𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢𝘯𝘢.”

Il messaggio è forte e chiaro: il tempo di coltivare il proprio orticello di guerra e di pensare solo alla propria sopravvivenza senza collaborare con gli altri è finito.

𝗙𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼𝘀𝗮 #𝗙𝗼𝗿𝗻𝗮 𝗕𝗮𝘀𝗸𝗲𝘁 𝗧𝗿𝗶𝗲𝘀𝘁𝗲 ringrazia Andrea Capobianco e il Comitato Regionale FIP Friuli Venezia Giulia per questa importante opportunità, che siamo stati onorati di ospitare. Ringraziamo anche le numerose società regionali che hanno partecipato, con l’augurio che questo incontro apra un periodo di floride collaborazioni e di crescita per il movimento in regione.